CRACKSTONES di Giuseppe LISSANDRELLO
Pubblicato da Giuseppe LISSANDRELLO in Suggestioni e riflessioni · 28 Maggio 2020
Tags: stones, dolmen
Tags: stones, dolmen
Crackstones
Nessuno pensa che le pietre possano partorire.
Nel ripensare ricezioni turistiche post Covid ho rispolverato una vecchia riflessione fatta anni fa con un gruppo di giovani architetti. Oggi più che mai in una esigenza ambientalista ritornare alla pietra come Acropoli dove poter godere della natura senza invaderla sarebbe auspicabile. Chissà se imprenditori illuminati avranno questa stessa visione nel pensare nuovi villaggi turistici.
Vi siete mai chiesti perché i dolmen siano stati i rifugi della conoscenza? I cromlech allora? il contatto con il cielo. Megaliti misteriosi per la loro imponenza. Stonhenge, pesantezze sospese. Architetture naturali con o senza la mano umana? Coetanei dell’Argimusco siculo?
Sulla roccia si costruisce la casa dice il Vangelo.
Dolmen di Avola
Ritornare al contatto nudo con la pietra come elemento basico dove poter osservare gli elementi tangibili ma soprattutto trovare quella saldezza omologa fra le rocce ferite e le fratture dell’anima che ognuno di noi ha nel proprio corredo cromosomico. La roccia dura che si spezza non come abbandono alla fragilità ma come puerpera di energia vitale. Portatori di quelle scissure cerebrali che hanno creato l’evoluzione umana dove come fiordi nascondono le acque della saggezza.
Il frastagliato eterno. Intuito già da Gaudì figlio di una terra pietrosa. Il suo colorare la pietra senza nasconderla è come abbellire l’anima lasciandola nuda senza nessuna vergogna della propria sensualità. Abbigliare la pietra compito arduo per non cadere nella tentazione di mortificarla perché immortale rispetto alle umane genti. I sassi che hanno fatto diventare Matera capitale europea della cultura. I nostri sassi iblei da Ragusa, Scicli, ai ruderi nella valle dell’Anapo, testimoni di un lungo arco temporale di civiltà mai doma seppur sopita. Tale intrinseca parte della nostra pelle che Vincenzo Consolo con il romanzo “le Pietre di Pantalica” volle farne omaggio.di questa sicilianità. Di pietra sono i teatri che tanto abbellirono di cultura la nostra Sicilia. Famosa la nostra Siracusa, pietrosa nelle viscere, fra balze e latomie.
Necropoli di Pantalica - Età del bronzo
Foto di Salvo Cannizzaro, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45838902
Sopra quelle scogliere sicule si agitarono destini di popoli interi, citate nelle antiche “carte”, non lontane dai faraglioni che celebrano il mito ciclopico.
I rutilanti massi infuocati sputati dalle secrete profondità del prodigio vitale dell’Etna fanno ancor più paura.
Solo pietra può avere vita.
Bisognerebbe promuovere delle landscape resort. La pietra come una Bedrock di “Flinstoniana” memoria non turba o contamina quello spazio fra cielo terra ed elementi acquei. Collocati come un frutto che esplode dalla sua gemma. Dove corpo e anima non si rincorrono ma si accompagnano. Dove il tachicardico mugghiare del mare in tempesta diventa ascolto onirico e conciliatore. Le strutture abitative “cave” immaginate come grembi che covano le energie degli elementi solari ed eolici. Le notti piene di luna splendono rifulgono nel biancore pietrino. In una società sempre più liquida riposare in ambienti naturalmente solidi dove si dissolvono le fosche tossine ipocondriache del degrado urbano. Luoghi dove si rinnova l’alleanza perduta fra Uomo e Natura. Che ne dite vi piacerebbe suggestionarvi all’idea di riaccendere il cervello primitivo?
Orecchio di Dionisio - Parco archeologico Neapolis di Siracusa
leggi anche la leggenda legata all'Orecchio di Dionisio
Giuseppe LISSANDRELLO
Giuseppe Lissandrello siciliano classe 72 dopo la maturità classica conseguita al liceo classico T. Gargallo di Siracusa si trasferisce a Roma per intraprendere gli studi in psicologia clinica e di comunità all’università “La Sapienza”in quegli anni universitari Lissandrello continua la sua passione per il teatro e per la letteratura, iniziata al liceo, frequentando salotti poetici , teatri off come la sala teatro della casa dello studente di via De Lollis.,centri sociali , circoli universitari,collettivi studenteschi. Nel1996 viene eletto presidente nazionale dei giovani poeti in seno al “Centro ricerche di poesia e storia delle poetiche” dell’illustre e controverso letterato Gaetano Salveti. Partecipa a convegni e organizza eventi culturali “originali” come le serate di reading alla discoteca Rendez-vous di Piazza del Popolo denominate “ Poesia progressive” . Promuove la poesia dialettale italiana e la poesia americana della beat generation si esibisce nei pub di San Lorenzo assieme all’attore guitto calabrese Amedeo Fusco .
Appassionato di letteratura erotica in quegli anni comincia a scrivere piccoli monologhi, poesie e raccontini molto apprezzati per la passione erotica che esprimono. Frequenta ambienti culturali milanesi introdotto dall’amico di sempre Silvio Aparo( con il quale dopo un decennio s’imbatte in un’avventura editoriale fondando la casa editrice indipendente più a Sud d’Italia la “Melino Nerella edizioni”. Sempre a Roma entra in contatto con personaggi del cinema e partecipa a delle trasmissioni in tv locali romane come esperto di letteratura erotica. Fa conoscere al pubblico romano le poesie del poeta catanese Domenico Tempio. Dopo un anno da bersagliere nel 99 si laurea in Psicologia clinica e di comunità.